Tra gli argomenti di maggiore attualità per i responsabili delle risorse umane ci sono oggi la mobilità del lavoro e i modi per motivare e trattenere in azienda le persone di talento. Un problema che è esploso con la pandemia e che ha radici nei cambiamenti epocali dei percorsi di carriera tradizionali, che costringono a rivedere le logiche di motivazione.

L’employment retention ossia la capacità di trattenere i dipendenti, in particolare se si tratta dei giovani più preparati e dotati, è sempre più importante perché le sostituzioni comportano costi di ricerca, di formazione, d’inserimento e possono avere ripercussioni imprevedibili sui rapporti nei team e sul business. Nel rapporto “Great resignation or not, Money won’t fix all your talent problems” gli analisti di Gartner prevedono per i prossimi mesi un aumento del turnover del personale (la crescita indicata è del 50-75% annuo), assieme alle maggiori difficoltà nel rimpiazzare i ruoli scoperti. Diventa quindi strategico migliorare la retention e, al di là delle misure più ovvie per rendere competitive le retribuzioni, serve mettere in campo dell’altro.

Serve, per esempio, rendere gradevole l’ambiente di lavoro e dare ai lavoratori millennials o della successiva generazione Z gli irrinunciabili benefit di flessibilità d’orario e mobilità che si aspettano da una moderna azienda. Risulta inoltre irrinunciabile ai lavoratori di talento l’offerta di un valido percorso di formazione e di sviluppo degli skill personali.

Nell’epoca dello smart-working vengono meno molti elementi per la formazione on the job. Per questo l’azienda deve poter associare al nuovo collaboratore un mentore d’esperienza, per aiutarlo nell’inserimento, nella conoscenza dell’organizzazione, degli scopi aziendali e di cosa ci si aspetta dal suo lavoro.

Comunicazione e confronto sono oggi indispensabili per collaborare, è quindi necessario fare in modo che tutte le persone abbiano padronanza degli strumenti digitali per poter esprimere appieno le proprie capacità, sia in ufficio sia nel lavoro da remoto. Dal confronto con i colleghi e con i problemi di lavoro di tutti i giorni emergono l’esigenza di costruire o perfezionare le competenze, le persone scoprono le proprie aree d’interesse e di crescita professionale.

In un periodo di cambiamenti repentini come quello che stiamo vivendo, le esigenze di agilità aziendale e di motivazione dei dipendenti hanno un denominatore comune nella la formazione. L’auspicata retention dei talenti è massima laddove c’è possibilità di acquisire nuove competenze professionali e soft skill in concerto con i cambiamenti dell’azienda, dei mercati e del lavoro.

L’attenzione dell’azienda alle esigenze formative del lavoratore diventa un benefit essenziale, realizzabile oggi più facilmente rispetto al passato grazie a mezzi quali la videoconferenza, i corsi in autoistruzione, il gaming e altre risorse digitali fruibili in qualsiasi momento e luogo, anche nei tempi morti di un viaggio oppure da casa.

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